La pediatria in tutte le sue espressioni (ospedaliera, universitaria, di famiglia) da sempre ha avuto ed ha a cuore la salute del bambino, nella sua interezza (fisica, psichica, sociale) tanto che negli anni, oltre ad approfondire temi riguardanti le patologie "fisiche", a lavorare sulla prevenzione piuttosto che dover curare, si è fatta carico dei problemi psicologici, scolastici, relazionali, affettivi, oltre che sociali (pensiamo alle famiglie difficili, all'abuso, alla povertà, all'integrazione del bambino immigrato).
Il pediatra è diventato, permettetemi il termine, il paladino della età evolutiva (dalla nascita alla adolescenza), colui che si fa garante dei diritti del fanciullo.
Basta andare a leggere la
Carta dei diritti del fanciullo (http://images.savethechildren.it), o la
Convenzione sui diritti dell'infanzia (http://www.unicef.it), o la
Convenzione sui diritti del fanciullo fatta a New York il 20 novembre 1989, e diventata legge italiana nel 1991, (http://www.minori.it), per capire quanto la comunità scientifica pediatrica nella sua interezza, abbia recepito, più di tante altre figure professionali che si occupano di infanzia, questi messaggi, questi propositi, questa mission.
Mi chiedo però dove sia finita oggi questa difesa del bambino, quando la comunità pediatrica non si esprime e non reagisce di fronte alle ventilate proposte di adottabilità di un bambino da parte di coppie omosessuali, cosa che purtroppo avviene già in alcune nazioni.
Il mondo sta cambiando, la società sta cambiando, ma sta cambiando grazie al silenzio di chi per paura di non esporsi, di non essere politically correct, ha deciso di girarsi da un'altra parte e di far finta di nulla, di non entrare in campo.
Il matrimonio omosessuale con la conseguente adottabilità dei bambini, è diventata merce di scambio per ottenere consensi politici, vincere elezioni, andare al potere.
Fra l'altro non tutti sanno che la stragrande maggioranza del popolo gay non è interessato nè al matrimonio (ma ai diritti che riguardano la coppia) , e men che meno al desiderio di adottare un bambino, come si può leggere da numerose dichiarazioni pubblicate sul seguente blog (http://www.antoniosocci.com).
Ci battiamo per la eradicazione delle malattie infettive, della riduzione della mortalità per leucemia e tumori, per l'individuazione precoce dell'Autismo o della sordità infantile, e per tante altre campagne sanitarie, ed il fatto che un bambino possa essere educato da una coppia dello stesso sesso, ma con orientamento sessuale diverso, ci lascia indifferenti?
Siamo chiari, questa non è una questione di tipo religioso/cattolico, questo è un problema di tipo ANTROPOLOGICO, riguarda l'uomo ed il suo futuro.
Può essere sensato parlare di "Genitore 1 e Genitore 2" anzichè di mamma e papà, perchè non esiste più il sesso, ma quello che uno si sente di essere sessualmente?
I neuropsichiatri infantili, gli psicologi, gli psicopedagogisti, gli psicoterapeuti dove sono finiti? Anche loro ciechi e sordi? Non sanno cosa dire o non vogliono dire?
Il "ruolo del padre" "il ruolo della madre" tutte favole obsolete del secolo scorso?
Possibile che si abbia paura a dire la verità? il padre è padre e la madre è madre! e lo sappiamo bene noi pediatri, quando il padre o la madre sono figure assenti (perchè vengono a mancare, oppure perchè li abbandonano oppure, anche se presenti, sono incapaci di assolvere il ruolo che gli è consono), quanti problemi psicologici ricadono sui bambini, quante sofferenze, quante cicatrici!
Possibile che un uomo, perchè si sente donna, o non si sente uomo, possa dare la stessa impronta educativa di un padre uomo? E quel bambino che avrà come modelli due donne come farà a imparare quello che da migliaia di anni è sempre stato? Come potrà avere una sua identità sessuale?
Non pensiamo che basta l'amore e l'affetto per creare un psiche sana, ci vogliono anche chiarezza nei ruoli, e noi pediatri sappiamo tutti molto bene che la confusione, l'incertezza, la doppiezza, al bambino fa molto male. Il bambino per formarsi ha bisogno di regole certe, condivise.
Tornando al fatto che la questione non si possa liquidare come un "problema cattolico", anche il Rabbino di Francia si è espresso con una voluminosa lettera di 25 pagine scritta al premier francese Hollande (nella sua interezza, ma in francese http://www.grandrabbindefrance.com/mariage-homosexuel-homoparentalitè-et-adoption-ce-que-l'-oublie-souvent-de-dire-essai-de-gilles-bern , oppure riassunta su una agenzia di stampa
http://www.documentazione.infomatrimonio-gay-piu-di-un-ragionevole-dubbio ) dove affronta e argomenta seriamente perchè questa scelta sia assurda, oltre ogni buonsenso.
Il mio appello al mondo scientifico che ruota intorno al bambino, non è assolutamente contro il mondo omosessuale, verso il quale non nutro assolutamente nessun sentimento ostile, ma solo in difesa dell'integrità psichica e affettiva dei bambini.
Con questo mio appello invito tutti i pediatri e le comunità scientifiche alle quali lo invio (SIP, Fimp, CIPE, Acp) ad una costruttiva discussione sull'argomento e all'opportunità di una posizione chiara e decisa e non supina al volere del relativismo etico.
Un cordiale saluto.
Dott. Giovanni Bonini, pediatra
Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Clinica Pedriatica, Professore a contratto presso la Clinica Pedriatica Meyer di Firenze, pediatra di famiglia.
Membro della Commissione di Bioetica di Pistoia e della Commissione Etica Locale di sperimentazione del farmaco.
Tesoriere della segreteria di Pistoia della Federazione Italiana Medici Pediatri.
Rappresentante dell'area vasta di Firenze, Prato e Pistoia per l'emergenza e urgenza pediatrica della rete pediatrica Toscana.
Sposato, padre di due figli.