Le parole di Monsignor Crepaldi, arcivescovo di Trieste presentano il libro del direttore Stefano Fontana: La Fede ragionata. Cento editoriali di Vita Nuova
«Vita Nuova, come ogni settimanale diocesano, parla non solo della vita della comunità cattolica ma anche di questioni legate alla vita civile. Non ne parla, però, in modo neutro, ma si sforza di considerarle alla luce di Cristo e secondo gli insegnamenti della Chiesa»: comincia proprio così la Prefazione dellArcivescovo di Trieste Mons. Giampaolo Crepaldi, al libro che raccoglie gli editoriali degli ultimi due anni pubblicati sulla prima pagina del suo settimanale diocesano, a firma del direttore Stefano Fontana (La Fede ragionata. Cento editoriali di Vita Nuova, Edizioni Cantagalli, Siena 2012, pp. 252, 15).
Le parole dellArcivescovo sono state talmente chiare fin dal primo giorno dal suo insediamento sulla cattedra di san Giusto, il 4 luglio 2009, da meritarsi, insieme a tanti apprezzamenti, anche critiche molto accese da parte dei settori più antiecclesiali della società triestina. Lultimo episodio più eclatante risale a sabato scorso, 12 gennaio, ed ha visto alcuni attivisti dellArcigay inscenare davanti al Vescovado una manifestazione nella quale Crepaldi è stato accusato persino di essere un omofobo e razzista.
Ma anche a Fontana, da quando dal giugno 2010 ha iniziato a dirigere il settimanale più scomodo fra quelli diocesani italiani, non sono mancate le polemiche, prime fra tutte quelle con il quotidiano locale più diffuso,Il Piccolo di Trieste.
Eppure fin da subito Fontana, che è anche il direttore di un qualificato centro studi internazionale, lOsservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, si è segnalato per aver rinnovato completamente Vita Nuova nello stile e nelle rubriche, proponendolo come voce una culturalmente esperta e fedelmente interprete della Dottrina Sociale della Chiesa.
Fra le novità da lui introdotte si possono citare le pagine regolarmente dedicate ai temi della "Biopolitica", il percorso di approfondimento degli autori cattolici del Novecento, le rubriche sull'educazione, curata dalla responsabile locale dell'associazione "FarFamiglia" Margherita Canale Degrassi, e quella sulla musica contemporanea di Fabio Trevisan. E poi riuscito ad avvalersi delle collaborazioni di giornalisti e studiosi cattolici noti a livello nazionale come Andrea Tornielli, Massimo Introvigne, Francesco Agnoli e Marco Respinti, solo per fare alcuni nomi.
Il libro di Fontana La Fede ragionata inizia con un editoriale molto personale, legato alla spiritualità dellautore, intitolato Linutile. Seguono poi sette capitoli, i cui titoli sono già di per sé eloquenti, come Controcanto italiano,Controindicazioni cattoliche o, infine, Sulla traccia di Benedetto XVI nel quale, con piglio di credente politicamente scorretto, Fontana si volge contro tutti coloro che, anche da colonne di giornali cattolici, «leggono e ascoltano poco il Papa e quindi non sanno dove punta il timone».
Tratta poi di temi provenienti dallattualità, a partire dagli interventi di monsignor Crepaldi sul Magistero di Benedetto XVI o sulla presenza dei cattolici in politica, per passare alla critica di certe tendenze del cattolicesimo democratico che talvolta dimentica lessenziale della fede, fino a temi più locali come lelogio alla farmacista del rione triestino di Roiano, che ha avuto il coraggio di togliere, per motivi di coscienza personale, la macchinetta dei preservativi davanti al suo esercizio.
C'è anche un editoriale intitolato Black Out, dedicato a spiegare perché Vita Nuova non abbia dato nessun risalto né pubblicato recensioni al film di Marco Bellocchio Bella Addormentata ispirato alla tragica morte per eutanasia di Eluana Englaro (1970-2009). Sul comportamento di Giorgio Napolitano che, «nellinfuriare del Caso Englaro intervenne per stoppare anticipatamente un decreto del Governo che avrebbe voluto impedire la morte di Eluana», Fontana non ha però mancato di dire la sua, concludendo così il suo editoriale: «In questo caso il Presidente non ha parlato a nome di tutti».