03/03/2008
Comitato Nazionale Bioetica: Cure per feto vitale, a prescindere dall'età gestazionale e anche se genitori contrari
Cure e rianimazione per il feto nato fortemente prematuro e che presenta segni di vitalità, anche se i genitori dicono 'no'. Il tema spinoso delle cure ai nati molto pre-termine - anche alla luce dei recenti casi di feti sopravvissuti ad aborti - si arricchisce di una presa di posizione ufficiale: quella del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), che ha approvato a larga maggioranza un parere in cui si afferma, appunto, che l'età gestazionale del feto al momento della nascita, ai fini della rianimazione, non è determinante. Così come non è vincolante il parere dei genitori.
Il Prof. DAvack ha precisato che : il Comitato non ha voluto fornire linee guida ai neonatologi; per questo esistono le società scientifiche o lIstituto Superiore di Sanità. Il nostro compito è stato quello di evidenziare i punti etici fondamentali.
E la posizione assunta dal Comitato si allontana da quella espressa invece dagli scienziati: documenti di varie società, infatti, indicano nella 22/a settimana il limite al di sotto del quale le cure intensive al neonato si configurerebbero come accanimento terapeutico. Insomma, si pongono dei 'limiti temporali' alle cure sulla base dell'età del feto, cosa che secondo il Cnb è inaccettabile. Il punto centrale del documento, spiega il vicepresidente del Cnb Lorenzo D'Avack, "é che si ritiene che il feto debba essere rianimato sempre se è vitale. Non è eticamente accettabile, cioé, porre dei paletti temporali per fissare a partire da quale età gestazionale si debba o meno procedere alla rianimazione del feto". Altro nodo centrale è rappresentato dal ruolo dei genitori in queste difficili circostanze: "E' chiaro - dice D'Avack - che è sempre opportuno cercare una linea condivisa con i genitori, che vanno adeguatamente e costantemente informati. Tuttavia, nelleventualità che, in presenza di feto vitale fortemente prematuro, non si giunga ad una posizione condivisa, allora deve essere prevalente la decisione del medico a favore della rianimazione.
Ad eccezione, però, se si tratta di terapie sperimentali, nel qual caso il parere dei genitori è invece vincolante". Questo perché, precisa l'esperto, il neonato "ha uno stato giuridico di persona e la nostra Costituzione riconosce ad ognuno il diritto alle cure. per questo, non si può ipotizzare un diritto alla decisione di vita o morte da parte dei genitori per un bambino già nato, anche se questo potrebbe presentare gravi handicap". In altri termini, nel procedere alla rianimazione, non va tenuto conto della qualità di vita futura del neonato, sottolinea D'Avack, bensì della possibilità che egli ha di poter vivere. Si può parlare di "accanimento terapeutico - aggiunge - solo se le cure sono inutili rispetto alla possibilità di vita".
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